Sono appena tornato da Shanghai, ringrazio Klm per il bel viaggio di… e andiamo oltre. Mamma mia che sonno che ho addosso.
Non ci sono stato molto, quindi le mie impressioni sulla città sono necessariamente arbitrarie. Questo vale in particolare per Shanghai in quanto è un tessuto vivo, fatto di carne, asfalto e vetro, come è fatto anche di terra, carne e Stinky tofu.
Ha almeno tre anime, ma sono sicuramente di più.
E’ difficile parlarne perchè è una città che va vissuta più che visitata, troppo vasta e sfaccettata per poter essere capita in poco tempo. A meno che non vogliate fare tre foto al Bund per dire che ci siete stati e aggiungere un’altra bandierina al planisfero.
Tre anime dicevamo: un’anima cinese, quindi imperscrutabile, chiusa su se stessa all’interno delle mille vie e viottole che si dipanano fatiscenti, tra case normali o sotto l’ombra degli immensi grattacieli.
Basta prendere una qualsiasi traversa e si apre il mondo forse del passato o forse solo la parte più genuina della città. Colori e odori che non sono europei, facce e prodotti che sono quasi esclusivamente di questo luogo. Ho come l’impressione che al cinese medio piacciano molto queste vie, mentre al nuovo cinese no; il nuovo cinese preferisce essere come gli europei: ben vestito, belle macchine, una bella moglie. Non sembra ancora odiare le sue radici, ci convive senza problemi particolari, ma più andrà avanti e più vorrà scappare dalla vergogna delle sue umili origini, diventato anche lui un prodotto.
Seconda anima: l’anima dei grattacieli e della grande finanza, l’anima dei numeri e dei soldi, Quest’anima l’ho vista solo di sfuggita, perché non ne sono attratto e perché non ho niente a che farci. I grattacieli sono spazi pieni solo fuori, ma stanno prendendo piede, con all’interno centri commerciali, prodotti da tutto il mondo e felicità a portata di borsello. Come diceva un architetto in una mostra che ho visto a Shanghai: i grattacieli non sono architettura, sono uno status symbol, servono ad indicare all’esterno quanto un paese sia ricco. Questa seconda anima ghermisce silenziosamente le altre e come nel resto del mondo, si mangerà tutto sino all’ultimo boccone, comunismo o non comunismo, non è problema. Questo già lo sappiamo.
Terza anima: l’anima degli espatriati, posso solo parlare di quella media borghesia occidentale che ho visto nei roof dei grattacieli, quindi cito il mio amico Cesko che a Shanghai ci abita: “sono i lavoratori Erasmus”.
Prima o poi cresceranno, ma intanto si muovono a sciami, dove? Lo sai solo se guardi SmartShanghai.com e se sei nella loro WhatsApp list o altrimenti ti sembra che girino a randoom in cerca di offerte per aperitivi e chiacchiere da bar varie, come piccole e laboriose cavallette in cerca di campi da devastare e sesso occasionale nella speranza che diventi amore. Su questi grandi grattacieli, trovi bar chic con raramente buona musica, e scopri piccoli mondi ricreati, possibilmente divisi per nazione che si incrociano ma solo per bla, bla, bla. Poi a furia di bla, bla, bla si contaminano e questo è un bene inconsapevole.
L’anima fake di Shanghai è inutile che la racconto c’è anche qui da noi, solo che in Cina si espande a tutto, in particolare nel turismo con simpatiche zone dedicate.
Quello che ho notato della Cina è che non è il futuro, come invece credevo, ma è il presente. Sono molto più avanti di quello che crediamo qui in occidente. Il futuro saranno altri paesi, la Cina è già un passo avanti e quindi anche uno indietro e cerca già di pensare a come rallentare l’inevitabile, si è consumata troppo e a breve le verrà presentato il conto, a meno che…ma qua mi fermo perchè è fantascienza.
In ogni caso finché da: “Mao il Gambero Rosso” si sforneranno i mitici gamberi, sempre rossi alla stessa maniera ogni sera, e ci sarà la fila sino al marciapiede, andrà tutto bene e il cinese potrà dire confortato: I gamberi di “Mao il Gambero Rosso” sono sempre fantastici e non tradiscono mai.
Buon piombo rosso a tutti.
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